Diritto di visita dei genitori: rilevanti anche i vecchi episodi di violenza domestica
Necessario accertare con cura e sollecitudine il fondamento di tali episodi al fine di ricostruire il quadro complessivo della relazione familiare e valutare quindi il miglior interesse del minore

Impossibile ignorare vecchi episodi di violenza domestica prima di decidere sulle modalità di esercizio del diritto di visita dei genitori nei confronti del figlio minorenne.
Questo il solco tracciato dai giudici (ordinanza numero 16084 del 16 giugno 2025 della Cassazione), i quali precisano che, in tema di provvedimenti riguardanti i minori e la responsabilità genitoriale, non si può trascurare l’allegazione di comportamenti violenti o aggressivi tenuti dai genitori del minore, essendo necessario, invece, accertarne con cura e sollecitudine il fondamento al fine di ricostruire il quadro complessivo della relazione familiare e valutare quindi il miglior interesse del minore. Perciò, la modifica delle modalità di esercizio del diritto di visita dei genitori, con eliminazione del cosiddetto spazio neutro, deve essere preceduta da una valutazione complessiva dell’interesse del minore in relazione alla già accertata compromissione dei rapporti familiari per la gravità dei maltrattamenti, non potendosi prescindere dall’incidenza di tali circostanze sul pregiudizio che ciò può comportare per il minore stesso.
Nella specifica delicata vicenda presa in esame dai giudici di Cassazione viene posta in evidenza, come sollecitato dalla donna, la gravità dei maltrattamenti messi in atto dall’ex marito, gravità che, certificata anche da una condanna in sede penale, aveva spinto i giudici di primo grado a disporre l’affido esclusivo del minorenne alla madre e la modalità di incontro del minorenne col padre in spazio neutro.
Legittimi, in sostanza, i dubbi sulla idoneità dell’uomo a svolgere adeguatamente il proprio compito genitoriale. Evidente l’errore compiuto in Appello, laddove è stata autorizzata la modifica della modalità dello spazio neutro, adottata, come detto, in primo grado e in connessione con l’affido esclusivo rafforzato alla donna, senza una valutazione complessiva dell’interesse del minore e senza prendere in esame gli episodi di violenza assistita patiti dal minore e, ancora, senza svolgere un adeguato accertamento in merito alla ricorrenza o meno dei denunciati tentativi di manipolazione da parte del padre durante lo spazio neutro (registrazione durante gli incontri, consegna di giochi poco adeguati et cetera) e, se del caso, alla attitudine di tali circostanze a compromettere i diritti e la sicurezza della madre e del bambino.