Retribuzione piena per la prof trans licenziata venti giorni dopo l’assunzione
Evidente, secondo i giudici, il carattere discriminatorio della decisione adottata dall’istituto scolastico

Niente risarcimento ma retribuzione piena, cioè corrispondente all’intero periodo del contratto, per la professoressa trans che si è vista estromessa dalla scuola giusto 20 giorni dopo l’assunzione, nonostante l’esistenza di un regolare contratto di collaborazione a progetto per una durata pari all’intero anno scolastico. Accolta la tesi proposta dalla docente, la quale ha da subito ipotizzato si fosse trattato di un licenziamento discriminatorio, dovuto alla sua condizione di transessuale. Inutile la sottolineatura, da parte del legale che ha rappresentato l’istituto scolastico, del fatto che la professoressa era stata assunta nella piena consapevolezza, da parte della scuola, della sua condizione di transessuale, condizione che, peraltro, emergeva chiaramente dal curriculum della docente. Inutile anche il richiamo alle dichiarazioni fatte dalla docente, la quale ha ammesso che era stata addirittura incoraggiata dai vertici della scuola a parlare della propria condizione dagli studenti, essendo stata ritenuta tale esperienza una ricchezza di cui gli allievi avrebbero potuto giovarsi. Le circostanze poste in evidenza dalla difesa non escludono, secondo i giudici, una successiva diversa determinazione dell’istituto scolastico, magari motivata dal timore di perdere alunni a seguito delle proteste messe in scena da alcuni genitori. (Sentenza del 27 dicembre 2022 del Tribunale di Roma)