Ente pubblico: possibile vietare il velo a una dipendente
Tale divieto può essere giustificato dalla volontà di detta amministrazione di istituire, tenuto conto del proprio contesto, un ambiente amministrativo totalmente neutro

A fronte della direttiva con cui l’Unione Europea ha fissato un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, è possibile ritenere legittima la norma interna di un’amministrazione comunale che vieta, in maniera generale e indiscriminata, ai membri del personale di tale amministrazione, di indossare in modo visibile, sul luogo di lavoro, qualsiasi segno che riveli, in particolare, convinzioni filosofiche o religiose. Necessario, però, appurare che tale norma sia idonea, necessaria e proporzionata rispetto al contesto e tenuto conto dei diversi diritti e interessi in gioco. Questi i paletti fissati dai giudici comunitari, chiamati a prendere in esame il caso relativo ad una dipendente di un Comune belga, che, pur avendo un ruolo di responsabile d’ufficio, svolto principalmente senza contatto col pubblico, si era vista respingere la domanda di indossare il velo durante il servizio, e ciò in base alla regola interna, adottata dal Comune, di neutralità esclusiva, comportante il divieto per tutti i dipendenti di indossare sul luogo di lavoro qualsiasi segno visibile idoneo a rivelare le loro convinzioni personali, in particolare religiose o filosofiche, a prescindere dal fatto che tali dipendenti fossero o meno a contatto con il pubblico. (Sentenza del 28 novembre 2023 della Corte di giustizia dell’Unione Europea)