Dipendenti in smart working, il datore di lavoro può nominare più medici per la sorveglianza sanitaria
Le nomine devono però essere legate a particolari esigenze organizzative nei casi di aziende con più unità produttive e nei casi di gruppi di imprese

In epoca di smart working va garantita alle aziende la possibilità di effettuare una adeguata sorveglianza sanitaria dei lavoratori che operano a distanza dalle sedi ufficiali. Proprio per questo, cioè per consentire la prosecuzione della sorveglianza sanitaria dei lavoratori da remoto dislocati in diverse aree del territorio, il datore di lavoro può procedere alla nomina di più medici competenti, individuando tra loro un addetto al coordinamento delle attività. Questo l’importante paletto fissato dal Ministero del Lavoro, ritrovatosi ad esaminare un’istanza ad hoc presentata da Confcommercio, istanza in cui è stato chiesto se per garantire adeguate condizioni di salute e sicurezza anche ai videoterminalisti in smart working sia consentito procedere alla nomina di più medici competenti di prossimità dislocati sul territorio – con riferimento ad aree territoriali, provincie e regioni – in cui i dipendenti in modalità ‘telelavoro’ svolgono la propria attività lavorativa. Obiettivo è, chiariscono dal Ministero del Lavoro, anche agevolare eventuali visite a domicilio. Tuttavia, le nomine devono essere legate a particolari esigenze organizzative nei casi di aziende con più unità produttive, nei casi di gruppi di imprese nonché qualora emerga la necessità in relazione alla valutazione dei rischi. (Risposta 1 del 2023 del Ministero del Lavoro)