‘Buono pasto’ a rischio se i turni di lavoro non includono l’orario previsto per la consumazione del pasto
In discussione il diritto del dipendente alla mensa aziendale o, in alternativa, al ‘buono pasto’ se i turni di lavoro non inglobano completamente l’orario stabilito per la consumazione del pasto, presso la mensa o presso l’abitazione, ma si sovrappongono ad esso solo in parte

Questi i chiarimenti forniti dai giudici, i quali hanno osservato che in generale è previsto il diritto del personale addetto ai turni di fruire del pasto aziendale, limitatamente alle giornate in cui presta servizio, nelle mense aziendali o nei servizi sostitutivi di mensa aziendale, con la precisazione, però, che il diritto di fruire della mensa nelle fasce orarie dalle 12.00 alle 14.00 e dalle 19.00 alle 21.00 è riconosciuto al personale turnista quando inizia o termina il turno in orari che, tenendo conto dei tempi di percorrenza, non gli consentano di consumare il pasto presso la propria abitazione (dimora) nelle fasce orarie concordate 12.00/14.00 - 19.00/21.00. Ovviamente, è previsto anche che le aziende, in mancanza della mensa aziendale o di servizi sostitutivi (cioè locali convenzionati), eroghino al personale che ne debba fruire, per ciascun pasto, un ‘buono pasto’. Nel quadro normativo, però, non vi è alcun elemento testuale che sorregga la tesi per cui il diritto al pasto sorge per il solo fatto che la prestazione lavorativa comprende, anche solo in parte, la fascia oraria destinata al pasto oppure che le parti abbiano voluto riconoscere il diritto del dipendente ad avere sempre a disposizione una fascia libera di due ore per consumare il pasto, posizionando quest’ultimo a propria discrezione in tale intervallo temporale. In questo senso depone la precisazione che il diritto sorge quando il pasto non può essere consumato nelle fasce orarie stabilite. Ciò comporta l'inesistenza del diritto quando comunque il pasto (presso la propria abitazione) sia collocabile entro quell'arco temporale. (Ordinanza 17518 del 19 giugno 2023 della Cassazione)