Temperature elevate e lavoratori a rischio: i consigli del Ministero del Lavoro
Ci si trova di fronte, in sostanza, ad un dettagliato ‘vademecum’, centrato soprattutto sulle misure adottabili da parte delle aziende

Dal Ministero del Lavoro ecco le ‘linee guida’, rivolte alle azienda, per la gestione dei lavoratori esposti, sia in ambienti chiusi che in ambienti aperti, alle elevate temperature del periodo estivo. Ci si trova di fronte, in sostanza, ad un dettagliato ‘vademecum’, centrato soprattutto sulle misure adottabili da parte delle aziende. Per quanto concerne gli ambienti chiusi, il rischio di stress termico sul luogo di lavoro può essere ridotto attraverso misure tecniche e organizzative e istituendo un piano d'azione per il calore. Le misure tecniche dovrebbero prevedere, secondo il Ministero del Lavoro, controlli tecnici, che potrebbero includere, ad esempio, l’utilizzo di schermature o barriere riflettenti o termoassorbenti, l’isolamento di processi, macchinari o impianti che generano calore (o la loro separazione dai lavoratori), la fornitura di veicoli con cabine chiuse climatizzate (ad esempio su trattori, camion, caricatori, gru, la rimozione dell'aria riscaldata o del vapore dai processi caldi utilizzando la ventilazione di scarico locale, il monitoraggio della temperatura, ombreggiare i lavoratori dalla luce solare diretta con tende o utilizzando pellicole riflettenti sulle finestre, la fornitura di aria di raffreddamento o condizionamento dell'aria e adeguate ventilazione e deumidificazione, la fornitura di aree climatizzate e ombreggiate, fornire ventilatori, come quelli da scrivania, a piedistallo o a soffitto. Negli ambienti aperti è, invece, impossibile attuare modifiche dei parametri fisici ambientali che caratterizzano l’esposizione. Pertanto, debbono essere predisposte opportune misure di prevenzione che permettano di ridurre al minimo i rischi connessi alle ondate di calore che possono incidere negativamente sullo svolgimento dell’attività lavorativa, provocando importanti conseguenze sulla salute, malesseri o anche infortuni. Le misure possono prevedere: rendere disponibile sui luoghi di lavoro un termometro ed un igrometro; evitare il più possibile l'esposizione diretta alla radiazione solare utilizzando tettoie, anche mobili, che possano permettere di lavorare all'ombra; evitare il più possibile le lavorazioni durante le ore di maggior caldo, anticipando, ad esempio l’inizio dell'orario di lavoro alla mattina presto e prolungandolo nelle ore serali; se possibile, destinare alle lavorazioni al coperto le ore centrali della giornata; se non sono necessari particolari dispositivi di protezione individuale, fornire al lavoratore copricapo a falda larga ed indumenti leggeri e traspiranti; nel caso di necessità di utilizzo di dispositivi di protezione individuale che ostacolino la respirazione e l'evaporazione del sudore, programmare e far eseguire pause di lavoro in ambienti ombreggiati ed evitare le ore più calde della giornata; consentire ai lavoratori di consumare i pasti in aree ombreggiate e, qualora presente il ‘servizio mensa’, limitare cibi grassi a favore di frutta e verdura, eliminando il consumo di alcool; rendere sempre disponibile acqua per i lavoratori, verificandone periodicamente la disponibilità nei pressi della zona della lavorazione in caso di cantieri o aree di grandi dimensioni; istruire i lavoratori in merito alla necessità di bere poco e frequentemente, anche in assenza del senso della sete; istruire i lavoratori sui possibili segnali di danno da calore e sulle possibili azioni da mettere immediatamente in atto; evitare, se possibile, il lavoro solitario. (Nota del 20 luglio 2023 del Ministero del Lavoro)