Potere direttivo e potere di controllo esercitati mediante sistemi informatici: il titolare di tali mezzi è anche il datore di lavoro

I giudici ribadiscono che il potere direttivo può essere esercitato dal datore di lavoro per mezzo di sistemi meccanizzati, oltre che personalmente, anche perché sotto alcuni aspetti, come ad esempio il controllo sui tempi di lavoro, lo strumento delle registrazioni informatiche pare più efficace del controllo visivo di un addetto

Potere direttivo e potere di controllo esercitati mediante sistemi informatici: il titolare di tali mezzi è anche il datore di lavoro

Se i poteri direttivo e di controllo sono esercitati mediante sistemi informatizzati, allora il rapporto di lavoro deve essere considerato alle dipendenze del titolare di tali mezzi tecnologici, che, proprio per questo, gestisce i diversi rapporti e va considerato come l’effettivo datore di lavoro. Questa l’importante precisazione fornita dai giudici, chiamati a prendere in esame l’istanza presentata dai dipendenti di una cooperativa, i quali, adibiti continuativamente presso un medesimo appalto di logistica, hanno chiesto di vedere riconosciuta la costituzione di un rapporto di lavoro alle dipendenze della società committente. A fondamento di tale domanda, comunque, i lavoratori hanno precisato di aver sempre ricevuto le direttive direttamente dall’azienda appaltante, attraverso terminali mobili, gestiti da un software di proprietà della stessa azienda e che indicavano le singole operazioni da compiere. I giudici hanno osservato, in premessa, che il potere direttivo può essere esercitato dal datore di lavoro per mezzo di sistemi meccanizzati, oltre che personalmente, anche perché sotto alcuni aspetti, come ad esempio il controllo sui tempi di lavoro, lo strumento delle registrazioni informatiche pare più efficace del controllo visivo di un addetto. Ciò che conta, però, è che, nella vicenda esaminata, gli strumenti tecnologici di gestione del rapporto erano nella disponibilità non dell’effettivo datore di lavoro ma della società appaltante. Logico, quindi, parlare di appalto illecito e altrettanto logico dichiarare la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato tra i dipendenti della cooperativa e la società appaltante. (Sentenza del 3 marzo 2023 del Tribunale di Padova)    

News più recenti

Mostra di più...