Licenziato il dipendente ‘whistleblower’: il magistrato può ordinarne la reintegra in azienda
I giudici hanno preso atto che il lavoratore si è dovuto difendere da numerosi procedimenti disciplinari, sfociati in giudizi in corso da oltre cinque anni, e hanno ritenuto detta complessiva situazione foriera di un danno giuridicamente rilevante, sia sotto il profilo economico che sotto quello psico-fisico, per il lavoratore

Possibile per il lavoratore ‘whistleblower’, che cioè ha segnalato un illecito nel contesto della azienda di cui è dipendente, ottenere una tutela cautelare dal giudice e vedere ‘congelati’ i procedimenti disciplinari a suo carico. Nel caso specifico, preso in esame dai giudici, un lavoratore, dipendente di un’azienda di autotrasporti, ha deciso di adire le vie legali, con un procedimento di urgenza, per impugnare le sanzioni disciplinari ricevute e culminate, alla fine, in un provvedimento di licenziamento, sanzioni da lui presentate come una punizione inflittagli per aver denunciato alla società datrice un sistema messo in piedi da alcuni suoi colleghi che vendevano titoli di viaggio falsificati ai passeggeri e intascavano, ovviamente, i relativi incassi. A fronte del quadro tracciato dal lavoratore, i giudici hanno preso atto che il lavoratore si è dovuto difendere da numerosi procedimenti disciplinari, sfociati in giudizi in corso da oltre cinque anni, e hanno ritenuto detta complessiva situazione foriera di un danno giuridicamente rilevante, sia sotto il profilo economico che sotto quello psico-fisico, per il lavoratore. Di conseguenza, i giudici hanno concesso al lavoratore ‘whistleblower’ una tutela cautelare, sospendendo tutti i provvedimenti disciplinari aziendali con conseguente sua reintegra in azienda. (Ordinanza del 20 agosto 2023 del Tribunale di Milano)