Lavoratrice comunica la gravidanza, niente proroga del contratto: logico parlare di discriminazione

Significativo il contemporaneo rinnovo del contratto di altri colleghi di lavoro. Valutabile la gravidanza della lavoratrice come l’unica ragione della perdita di possibilità per lei di vedersi prorogare il contratto a termine

Lavoratrice comunica la gravidanza, niente proroga del contratto: logico parlare di discriminazione

Possibile catalogare come discriminazione diretta la mancata proroga del contratto a termine alla lavoratrice risultata in gravidanza. Decisiva, secondo i giudici, la collocazione temporale dei passaggi salienti della vicenda Si è appurato, difatti, che, dopo aver comunicato al datore di lavoro il proprio stato di gravidanza, alla lavoratrice impiegata in un appalto di pulizie è stato comunicato che il suo contratto di lavoro somministrato a tempo determinato, già prorogato quattro volte, non sarebbe stato rinnovato. Contemporaneamente, l’agenzia di somministrazione comunicava anche la cessazione anticipata del rapporto di lavoro al ‘Centro per l’impiego’, per poi rettificare la comunicazione indicando come termine la scadenza dell’ultima proroga. Questi elementi, abbinati al contemporaneo rinnovo del contratto di altri colleghi di lavoro, sono sufficienti, secondo i giudici, per valutare la gravidanza della lavoratrice come l’unica ragione della perdita di possibilità per lei di vedersi prorogare il contratto a termine. Tirando le somme, il trattamento riservato alla lavoratrice che si è vista negare il rinnovo del contratto, trattamento peggiore rispetto alle colleghe che sono rimaste in servizio, rappresenta, secondo i giudici, una discriminazione diretta in ragione del suo stato di gravidanza. Consequenziale il diritto della donna ad ottenere un adeguato ristoro economico. (Sentenza del 12 giugno 2023 del Tribunale di Milano)  

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