Incarichi specialistici possibili per il personale in quiescenza
Il divieto riguarda l'attività di studio e quella di consulenza. Ciò significa che può ritenersi consentita, invece, quella di assistenza nei limiti in cui si diversifica dalle altre due, assistenza che, quindi, non deve comportare studio e consulenza, ma deve caratterizzarsi per competenze specialistiche

Possibile affidare incarichi specialistici al personale in quiescenza. Questo il paletto fissato dalla Corte dei Conti. Nello specifico, si fa riferimento ad incarichi di supporto, affiancamento e assistenza a titolo oneroso a personale in quiescenza, purché l'assistenza non comporti studio e consulenza, ossia attività caratterizzata, in negativo, dalla mancanza di competenze specialistiche. A far nascere il caso è la richiesta di parere avanzata da un sindaco in materia di conferimento di incarichi al personale in quiescenza. In particolare, viene richiesto alla Corte dei Conti se è possibile affidare un incarico di supporto, affiancamento e assistenza a titolo oneroso a personale in quiescenza, precisando che l’attività oggetto della prestazione non concernerebbe l’espletamento di funzioni direttive, dirigenziali, di studio o di consulenza. In premessa, dalla Corte dei Conti rilevano che il decreto legislativo numero 95 del 2012 vieta di attribuire incarichi di studio e di consulenza a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza. Per i magistrati, però, la tassatività delle fattispecie vietate fa sì che le attività consentite per gli incarichi affidabili al personale in quiescenza si ricavino a contrario, dovendosi le situazioni diverse da quelle elencate non essere ricomprese nel divieto di legge. Da tutto ciò consegue che se il divieto riguarda l'attività di studio e quella di consulenza, può ritenersi consentita, invece, quella di assistenza nei limiti in cui si diversifica dalle altre due, assistenza che, quindi, non deve comportare studio e consulenza, ma deve caratterizzarsi per competenze specialistiche. (Deliberazione del 3 maggio 2023 della Corte dei Conti)