Il titolare del bar deve escludere dal ‘pro rata IVA’ i corrispettivi frutto delle slot-machine
In materia di IVA, il soggetto passivo, che esercita l'attività di somministrazione di beni e servizi all'interno di un piccolo bar, deve escludere dal calcolo del pro rata Iva - che riduce l'ammontare della detrazione dell'imposta in misura proporzionale alle operazioni esenti - i corrispettivi conseguiti dalla raccolta delle giocate effettuate dai clienti mediante le slot-machine installate nei locali del bar

Nel caso specifico, preso in esame dai giudici, le operazioni esenti (raccolta giocate) sono state ritenute accessorie, nel senso di marginali rispetto all'attività principale (somministrazione) soggetta ad IVA, avuto riguardo sia all'assenza di costi imputabili alle operazioni esenti, sia al mancato impiego di personale dipendente per la gestione delle due slot-machine presenti nel locale. I giudici precisano che, pur essendo essendo pacifico che la norma prevede che un soggetto che svolga attività soggetta ad IVA e attività che diano luogo ad operazioni esenti debba effettuare la detrazione deIl'IVA in percentuale attraverso il meccanismo del cosiddetto pro rata è, peraltro, altrettanto pacifico che la norma esclude l'applicazione del pro rata quando le attività esenti hanno natura accessoria. Nel caso preso in esame, quindi, i giudici hanno valutare se l'attività esente sia o meno da ritenersi accessoria di quella principale, e dalla documentazione è emerso che le spese sostenute dalla contribuente sono esclusivamente riferite all'attività di bar, poiché le apparecchiature occupano una parte limitata del locale nel quale viene esercitata l'attività di somministrazione e non sono di proprietà della contribuente ma sono date in uso per la raccolta delle giocate, e, inoltre, non è impiegata ‘forza lavoro’, dato che la contribuente non si avvale di personale dipendente. (Sentenza dell’8 agosto 2023 della Corte di giustizia tributaria di primo grado di Imperia)