Il dipendente si mostra poco collaborativo e dice addio al posto di lavoro
Per i giudici è palese la gravità dell’insubordinazione del lavoratore

Nel caso specifico, preso in esame dai giudici, a inchiodare il lavoratore, inserito in un’azienda informatica, sono stati due episodi. In un’occasione egli si è rifiutato di approfondire lo studio di due sistemi operativi, come richiestogli dal suo diretto superiore gerarchico, e in un’altra occasione egli ha tenuto un comportamento passivo e privo di spirito di collaborazione presso un cliente dell’azienda. Nessun dubbio, secondo i giudici, in merito al peso specifico da riconoscere, in ottica negativa, alla condotta addebitata al lavoratore. Su questo punto la difesa ha ipotizzato una lieve insubordinazione nei confronti dei superiori o, in alternativa, un comportamento tipico di chi esegua negligentemente o con voluta lentezza il lavoro affidatogli, e ha quindi chiesto l’applicazione di una mera sanzione conservativa. Per i giudici, invece, è palese la gravità dell’insubordinazione del lavoratore, insubordinazione realizzata senza alcuna giustificazione, in modo persistente e volontario, in aperto contrasto con l’obbligo di diligenza e di esecuzione delle disposizioni dettate dai superiori gerarchici, anche riferite alle esigenze di formazione e accrescimento professionale necessarie per il suo proficuo impiego. (Ordinanza 12241 del 9 maggio 2023 della Cassazione)