Ignora il richiamo verbale del coordinatore: l’azienda non può mettere alla porta il dipendente
I giudici sottolineano che quello tenuto dal lavoratore è stato un comportamento rimasto a livello verbale nell’ambito di uno scambio di vedute contrapposte col suo coordinatore

Ignora platealmente il richiamo verbale mosso dal suo coordinatore: illegittimo il licenziamento. Vittoria piena per la dipendente di una ‘residenza assistenziale sanitaria’ per anziani. I giudici le riconoscono il diritto a ritornare in servizio e condannano l’azienda a versarle un’adeguata indennità risarcitoria. Per i giudici l’episodio che ha portato al licenziamento è da considerare non grave. Quest’ultima valutazione viene esplicitata in dettaglio dai giudici, i quali precisano che, tenuto presente ogni aspetto concreto della vicenda, quello tenuto dalla lavoratrice è stato un comportamento rimasto a livello verbale nell’ambito di uno scambio di vedute contrapposte tra un operatore ed il suo coordinatore. Peraltro, la condotta, oltre a non essere connotata da violenza, né fisica né verbale, non ha determinato ripercussioni specifiche e significative a livello aziendale né è emerso alcun pericolo o danno per utenti o colleghi e per il patrimonio aziendale». In questo quadro è assolutamente irrilevante, chiariscono i giudici, il riferimento fatto dall’azienda alla riottosità della lavoratrice e alla sua personalità molto poco incline alla collaborazione e immotivatamente polemica. (Sentenza 10435 del 19 aprile 2023 della Cassazione)