Dirigente opera per le società concorrenti: legittimo il licenziamento
Secondo i giudici è palese la gravità dell’infrazione compiuta dal lavoratore e idonea a ledere irrimediabilmente il vincolo fiduciario col datore di lavoro

Legittima la decisione con cui l’azienda mette alla porta il dirigente risultato essere coinvolto negli interessi di altre società. Impossibile ridimensionare il comportamento tenuto dal lavoratore, al contrario è palese, secondo i giudici, la gravità dell’infrazione da lui compiuta e idonea a ledere irrimediabilmente il vincolo fiduciario col datore di lavoro. Nel caso specifico si è appurato che il dirigente favoriva di nascosto, ovviamente, società concorrenti dell’azienda per cui lavorava da anni. Per i magistrati è logico parlare di giusta causa di recesso, poiché la condotta tenuta dal dirigente si è concretizzata in plurimi atti gravemente sleali, in radicale conflitto di interessi con la società sua datrice di lavoro. Nello specifico, il lavoratore ha consentito la partecipazione di sua moglie nelle attività di alcune società in concorrenza con l’azienda di cui era dirigente e ha lui stesso avvantaggiato l’attività di quelle società, approfittando del proprio inserimento all’interno della organizzazione dell’azienda di cui era, all’epoca, direttore tecnico e responsabile di un’area regionale. (Ordinanza 7712 del 16 marzo 2023 della Cassazione)