Accertamento dei maggiori aggi non dichiarati: può essere operato d’ufficio

L'accertamento dei maggiori aggi non dichiarati può essere operato d’ufficio. E, in questa ottica, l’accertamento parziale dell'ufficio, utilizzando elementi presuntivi di redditi non dichiarati o di deduzioni non spettanti e, quindi, non necessariamente di prove certe, può limitarsi ad accertare il maggior reddito imponibile, restando a carico del contribuente l'onere della prova contraria. Peraltro, l'accertamento parziale può basarsi anche sul metodo induttivo e può essere emesso anche in presenza di una contabilità tenuta in modo regolare, avendo il contribuente, comunque, la facoltà e l'onere di addurre prove contrarie. Tali prove, laddove l'avviso di accertamento si fondi su dati analitici trasmessi dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e dagli stessi enti concessionari di cui il contribuente era controparte commerciale, riportanti la tipologia e l'importo degli aggi, come tali conosciuti dal contribuente, non possono essere generiche. Nel caso specifico preso in esame dai giudici, dall'esame dei dati trasmessi dagli enti e dalle società concessionarie (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), dall'esame del ‘Modello Unico 2015’, dalla dichiarazione IVA, dalla dichiarazione IRAP e dalla documentazione contabile prodotta a seguito di invito, l'ufficio ha accertato che il contribuente aveva dichiarato aggi - per tabacchi, valori bollati, lotterie istantanee, lotterie differite, contributi unificati, lotto, lottomatica, servizi finanziari e rivendite giornali - per euro 139.500 invece di euro 157.742,32 maturati nello stesso anno, importi dettagliatamente indicati nell'avviso di accertamento. (Sentenza del 14 marzo 2023 della Corte di giustizia tributaria di secondo grado dell’Abruzzo)