Abbonamenti per i telefoni cellulari: anche i Comuni pagano la tassa di concessione governativa

Esente solo lo Stato, a differenza dai Comuni, poiché, essendo il percettore delle entrate derivanti dalla tassa, il suo assoggettamento alla tassa darebbe luogo ad una mera partita di giro, priva di significato finanziario

Abbonamenti per i telefoni cellulari: anche i Comuni pagano la tassa di concessione governativa

Nessuna eccezione per i Comuni: anch’essi debbono provvedere al pagamento della tassa di concessione governativa sugli abbonamenti per i telefoni cellulari. I giudici precisano che la debenza della tassa di concessione governativa sugli abbonamenti per i telefoni cellulari non comporta una violazione dei principi costituzionali di equiordinazione e sussidiarietà verticale. In sostanza, lo Stato è esente dalla tassa, a differenza dai Comuni, non perché a questi ultimi sovraordinato, ma perché, essendo il percettore delle entrate derivanti dalla tassa, il suo assoggettamento alla tassa darebbe luogo ad una mera partita di giro, priva di significato finanziario. Inoltre, al pari degli altri utenti dei servizi di telefonia mobile che non beneficino di specifiche norme di esenzione, la tassa di concessione governativa sugli abbonamenti stipulati è ininfluente sullo svolgimento delle funzioni amministrative di pianificazione territoriale in materia di installazione di infrastrutture di reti di telefonia mobile. Tirando le somme, resta applicabile anche ai Comuni la tassa di concessione governativa sugli abbonamenti per l’uso dei telefoni cellulari, e pertanto è legittima la sanzione irrogata dall’ufficio verso il Comune per l’omesso o tardivo pagamento della stessa tassa. (Sentenza del 13 febbraio 2023 della Corte di giustizia tributaria di secondo grado delle Marche)

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